martedì 29 maggio 2012

STORIA DELLA VITA DI GESU' -110- La discesa dello Spirito Santo:


«Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata…»

Dieci giorni dopo l’Ascensione al Cielo di Gesù - e cioè nel giorno di Pentecoste - gli apostoli, tornati nuovamente in numero di dodici, erano tutti riuniti in preghiera nel Cenacolo che era diventato di fatto la prima Chiesa cristiana.
Con loro c’era anche Maria, che – quale Madre del Redentore – aveva il ruolo d’essere anche loro Madre e Guida.
Un rombo di tuono, una melodia musicale e delle fiammelle che si posano sul capo di ogni singolo apostolo e di Maria SS.
Ecco come Maria Valtorta vede in visione l’episodio della Discesa dello Spirito Santo: (‘L'Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X - Cap. 640 – Liberamente consultabile al sito: http://scrittivaltorta.altervista.org) 

«…Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino.
Si avvicina, sempre più armonico e più forte, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili. La fiamma del lampadario, sino allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento l'investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda di suono soprannaturale che le investe.
Gli apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo
spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima che hanno sempre.
Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, che alza il capo sorridendo ad una cosa nota a Lei sola e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, e le due ali azzurre del suo manto così aperto si stendono su Pietro e Giovanni, che l'hanno imitata inginocchiandosi.
Ma tutto ciò, che io ho tenuto minuti a descrivere, si è fatto in men di un minuto.
E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo, entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sul capo di Maria, a un tre palmi dalla sua testa, che ora è scoperta, perché Maria, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia come per invocarlo e gettato indietro il capo con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini. E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo Ss. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.
Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fiamma dritta sulla fronte che bacia, ma è una corona che abbraccia e cinge come un serto il capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nulla cosa può avvilire e in nulla, Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza di carni, di sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo della bellezza del suo glorioso Corpo assunto al Cielo ad essere il fiore del Paradiso.
Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il viso benedetto è trasfigurato di gioia soprannaturale e ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla luce dello Spirito Santo.
Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi dilegua...
Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del Paradiso...
Gli apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla…».

Lo Spirito Santo! Che mistero. Sappiamo praticamente nulla di Lui, tranne che è una delle tre Persone che formano la Trinità del Dio Unico.
Cerco un aiuto sfogliando il Catechismo della Chiesa cattolica, tante citazioni ma non ne vengo a capo. Tutte raffinate considerazioni teologiche che la mia ignoranza non mi consente di comprendere.
Ricorro allora alla mia soluzione per i casi estremi che, alla voce Spirito Santo, testualmente cita: (‘Il Dizionario del Cristianesimo’ di Padre Enrico Zoffoli, Ed. Sinopsis, 1992)

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E’ la terza persona della SS. Trinità, la quale, come Amore, procede dal Padre e dal Figlio come unico Principio Spirante. E’ detto anche ‘Dono’, ‘Paraclito’ (= Avvocato), ‘Carità’, ecc. ed ha per simboli la colomba, la lingua di fuoco, la nube, ecc.
Egli, Amore del Figlio e Principio vitale del Corpo Mistico, è ‘mandato’ nell’anima da lui santificata, in quanto riceve nell’amore la soprannaturale energia che la potenzia nella vita della grazia.

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Neanche questo è un grande aiuto.
Una volta mi spiegarono che lo Spirito Santo bisogna amarlo, ma mi ero anche detto che per amare qualcuno bisognerebbe almeno conoscerlo, non astrattamente ma in concreto.
Avevo anche chiesto come si facesse ad amare il Padre, e mi era stato risposto che lo si ama facendo la sua volontà.
Gesù attraverso i Vangeli, ma ora anche attraverso questo libro, lo conosciamo bene, perché oltretutto si era reso visibile facendosi uomo.
Il Padre lo conosciamo molto meno, ma potremo anche fidarci di Gesù che una volta ci aveva detto che chi conosceva Lui conosceva anche il Padre il quale, oltre che Padre suo, era anche Padre nostro e ci aveva insegnato come pregarlo.
Ma lo Spirito Santo?
Gesù aveva detto che sarebbe stato Lui, il Paraclito, lo Spirito di Verità, il Consolatore, a farci capire ogni cosa di quelle che Gesù aveva detto.
Ecco, questo sarebbe proprio ciò di cui adesso avremmo bisogno!
Vi trascrivo allora cosa dice di Sé lo Spirito Santo a Maria Valtorta, a commento di alcuni capitoli del Profeta Isaia: (‘I Quaderni del 1944’ – Dettato del 10.1.44 - Liberamente consultabile al sito: http://scrittivaltorta.altervista.org)

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10 - 1 - 44.
Isaia Cap. 45 v. 11-16-18-19.21-23.
Dice lo Spirito di Dio:
« Non manchi a chiamarti la parola di Colui che è Sapienza e Amore di Dio, Colui che si effonde da eternità ad eternità su tutto quanto è per santificarlo a Dio, Colui che ha presieduto con la sua forza a tutte le opere della Trinità nostra e che non è estraneo a tutto ciò che è santo nel tempo e nell'eternità, perché lo sono il Santificatore, Quello che col suo settemplice dono vi santifica e a Dio vi porta facendovelo conoscere nei suoi voleri sulla Terra e nella sua gloria in Cielo.
Io sono la Sapienza di Dio. Sono Colui che la Seconda Persona della nostra Triade santissima chiama " Maestro di ogni vero, Colui che non vi parlerà da Se stesso, ma dirà tutto quello che ha udito e vi annunzierà l'avvenire " .
Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata.
Io sono.
Io, Luce della Luce, Io, Spirito dello Spirito, Io, Intelligenza dell'Intelligenza, sono il custode, il depositario di tutte le verità passate, presenti, avvenire, il conoscitore di tutti i decreti di Dio, l'amministratore delle sue luci agli uomini.
lo sono Quello, che, non assente col suo consiglio alle opere del Creatore, che non assente al decreto della Redenzione, neppure è assente presso voi per consigliarvi, e con dolcezza d'amore guidarvi nel rendere atto compiuto le volontà che il Padre vi propone.
Io sono più ancora. Sono l'Amore che vi ispira ciò che è atto a darvi l'abbraccio di Dio e per sentiero di santità vi porta sul suo seno.
Come nutrice pietosa, Io piglio la vostra incapacità di neonati alla Vita e vi educo e allevo.
Tenendovi fra le mie braccia, vi do calore per farvi assimilare il latte dolcissimo della Parola di Dio onde divenga in voi vita.
Di Me stesso vi faccio scudo contro i pericoli del mondo e di Satana perché l'Amore è forza che salva.
Io vi guido e sorreggo e come maestro di amorosa pazienza vi istruisco. Faccio di voi, pesanti e tardi, pusillanimi e deboli, degli eroi e degli atleti di Dio.
Faccio di voi, poveri spirituali, dei re dello spirito, poiché il vostro spirito lo copro coi miei splendori divini e lo pongo su un trono che più grande non vi è, poiché il mio è trono di santità eterna.
Ma per conoscermi occorre non avere idolatria in cuore.
Occorre credere a ciò che Io ho santificato. Credere alle verità che Io ho illuminato. Occorre abbandonare l'errore.
Occorre cercare Dio là dove Egli è. Non dove vi è il Nemico di Dio e dell'uomo.
Volete conoscere la Verità? Oh! venite a Me! Io solo ve la posso dire.
E ve la dico nel modo che la mia bontà sa a voi confacente, per non turbare la vostra debolezza d'uomini e la vostra relatività.
Perché amate ciò che è contorto, complicato, tenebroso?
Amate Me che sono semplice, lineare, luminoso; Me che sono gioia di Dio e dello spirito.
Volete conoscere il futuro dello spirito?
Ed Io ve lo insegno parlandovi di una eternità che vi attende in una beatitudine che per voi è inconcepibile, nella quale, dopo questa ora di sosta, unica sosta sulla Terra, riposerete in Dio di tutte le fatiche, di tutti i dolori, dimenticherete il dolore perché la Gioia sarà vostro possesso; e se anche l'Amore, che mai come in Cielo è vivo, vi darà palpiti per i dolori dei viventi,
non sarà pietà che vi darà dolore, ma solo amore attivo che sarà pur esso gioia.
Volete conoscere le perfezioni del Creatore nelle cose, i misteri della creazione?
Io ve li posso dire, lo che, Sapienza, "uscii primo dalla bocca di Dio, primogenita avanti tutte le creature ", Io che sono in tutto quanto è, perché tutto porta sigillo d'amore ed Io sono Amore.
Il mio Essere si estende su tutto l'Universo; la mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l'erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell'Alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
Attiro a Me i giusti della Terra, e anche ai retti non conoscitori del Dio vero dò riflessi di questo santo Dio vostro, per cui un rivo di Verità è in tutte le religioni rivelate, messo da Me che son Colui che irriga e feconda.
Io, poi, come possente zampillo di sorgente eterna, trabocco da ogni lato della Cattolica Chiesa di Cristo, e con la Grazia, coi sette doni e coi sette sacramenti, faccio, dei cattolici fedeli, dei servi del Signore, degli eletti al Regno, dei figli di Dio, dei fratelli del Cristo, degli dèi la cui sorte è così infinitamente sublime che merita qualunque sacrificio per possederla.
Volgetevi a Me. Saprete, conoscerete e sarete salvi perché conoscerete la Verità. Staccatevi, staccatevi dall'errore che non vi dà gioia e pace.
Curvate il ginocchio davanti al Dio vero. Al Dio che ha parlato sul Sinai e che ha evangelizzato in Palestina.
Al Dio che vi parla attraverso la Chiesa da Me, Spirito di Dio, fatta Maestra.
Non vi è altro Dio all'infuori di Noi: Uno e Trino.
Non vi è altra Religione che la nostra secolare. Non vi è altro futuro, sulla Terra ed oltre, fuor di quello che vi dicono i Libri santi.
Tutto il resto è Menzogna destinata ad essere svergognata da Colui che è Giustizia e Verità.
Chiedete a Noi - Potenza, Parola e Sapienza - la luce acciò non camminiate più oltre su torti sentieri di morte, ma possiate venire anche voi, erranti, nella via sulla quale trovarono salvezza quelli che per la loro umile, sapiente, santa fede, piacquero a Dio che ne fece i suoi santi ».

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Link relativo ai capitoli fino al numero 100.
https://www.facebook.com/note.php?note_id=332334676825974
Capitolo 101
https://www.facebook.com/note.php?note_id=344760902250018
Capitolo 102
https://www.facebook.com/note.php?note_id=345444578848317
Capitolo 103
https://www.facebook.com/note.php?note_id=356899831036125
Capitolo 104
https://www.facebook.com/note.php?note_id=358328950893213
Capitolo 105
https://www.facebook.com/note.php?note_id=359565687436206
Capitolo 106
https://www.facebook.com/note.php?note_id=362178007174974
Capitolo 107
https://www.facebook.com/note.php?note_id=364194380306670
Capitolo 108
http://invitoallamore.blogspot.com/2012/05/storia-della-vita-di-gesu-108-al.html
Capitolo 109


venerdì 25 maggio 2012

VIAGGIO NELL’APOCALISSE -39- La lotta fra la Donna vestita di sole e il Dragone.


Tornando però al ‘nocciolo’ delle apparizioni della Madonna a Fatima una cosa appare chiara.
Lei è quella del miracolo del sole rotante. Quindi - nel primo dei sette segni dell’Apocalisse di
cui abbiamo parlato all’inizio - la Donna ‘vestita di sole’ che combatte contro il Dragone che appare
in Cielo non può essere che Lei, Lei, quella di Fatima. Il suo essere – nell’Apocalisse - una ‘Donna
vestita di sole’ può significare l’essere rivestita della splendente luce divina ma può anche ben alludere
a quel miracolo solare, così unico nella storia del Cristianesimo, che ha accompagnato la sua
apparizione finale come uno straordinario fuoco d’artificio che può chiudere una celebrazione.
In ogni caso in quel primo segno è Lei che combatte contro il Dragone. (Ap 12, 1-18)
Una prima battaglia avviene in Cielo perché è una lotta essenzialmente spirituale, anche se avrà
conseguenze materiali, ma è una lotta che l’Apocalisse dice verrà condotta dall’Arcangelo Michele
il quale sconfigge il Dragone facendolo precipitare con i suoi angeli sulla Terra.
Si ode a quel punto una voce in cielo che dice che è arrivato il momento del Regno di Dio, perché
il Nemico è stato sconfitto.
Ma non dobbiamo compiere l’errore – lo ricordo ancora - di confondere questi versetti come se
alludessero alla sconfitta del Dragone alla fine del mondo, perché l’Apocalisse dice qui che il Diavolo
è stato cacciato giù sulla terra ( Ap 12, 7-9) , dove combatte contro gli uomini, e non all’inferno, nello
stagno di fuoco e zolfo, come essa dirà invece quando si parlerà della sua disfatta definitiva dopo la
guerra di Gog e Magog successiva al millennio. (Ap 20, 9-10)
A conferma del fatto che non è la fine del mondo, la voce precisa inoltre che dopo questa prima
sconfitta in Cielo il Diavolo se la prenderà con gli uomini con ‘ira grande’, ‘sapendo di avere più
poco tempo’.
La Donna guida la battaglia contro il Dragone ma dovrà ad un certo punto rifugiarsi ‘nel deserto’,
dove verrà nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo.
Qui torna fuori il solito simbolismo dei quarantadue mesi, dei tre anni e mezzo in cui anche la
città santa, e cioè Roma, sarà calpestata dai ‘pagani’, periodo questo che equivarrebbe alla durata
del Regno dell’Anticristo, prima della sua sconfitta.
Ritorniamo dunque a Roma e all’Anticristo religioso che tuttavia potrebbe ricevere un aiuto esterno,
anche se segreto, dai nemici della Chiesa.
Mi ritorna alla mente quella rivelazione della Madonna alla Valtorta in merito al futuro di Roma
con quel riferimento misterioso alle due città di ‘Tiro’ e ‘Gerusalemme’ che sarebbero state distrutte
dai loro nemici, di cui vi avevo parlato. (Vedi capp. dal 32 al 34)
Se dunque Colui che decreta la sconfitta dell’Anticristo e l’inizio del Regno ‘millenario’ nel
cuore degli uomini, è il Signore parusiaco, cioè il Gesù il Vincente sul cavallo bianco di Ap 19, mi
pare tuttavia chiaro che la Condottiera sul campo della lotta contro Satana sia invece la Madonna,
Regina degli Angeli e dei Santi.
Nella apparizione di Fatima, ad un certo punto la Madonna aveva detto ai tre pastorelli che - dopo
tutte le disgrazie che gli uomini si sarebbero da se stessi procurati come conseguenza della mancata accettazione della richiesta di Dio della Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato -
alla fine il suo Cuore avrebbe trionfato.
Su chi o cosa trionfare se non sulle forze del Male? Cosa è mai un ‘trionfo’ se non una vittoria
strepitosa sulla quale nessuno avrebbe umanamente sperato?
Abbiamo più di una volta detto che per l’interpretazione delle profezie Dio si serve dei profeti, e
più essi sono ‘piccoli’ più essi testimoniano la potenza di Dio.
Ebbene ve ne è uno al quale non sono mancate le incomprensioni da parte degli ‘uomini di chiesa’.
Potremmo pertanto anche credergli.
Si tratta di Don Gobbi, noto nell’ambiente religioso e carismatico nazionale ed internazionale.


(Guido Landolina)

I capitoli precedenti li trovate ai seguenti link:

A0-Presentazione
https://www.facebook.com/note.php?note_id=237266232999486
B0-Introduzione
https://www.facebook.com/note.php?note_id=239344262791683
01
https://www.facebook.com/note.php?note_id=241026515956791
02
https://www.facebook.com/note.php?note_id=241592102566899
03
https://www.facebook.com/note.php?note_id=241652345894208
04
https://www.facebook.com/note.php?note_id=242221375837305
05
https://www.facebook.com/note.php?note_id=247627668630009
06
https://www.facebook.com/note.php?note_id=249281225131320
07
https://www.facebook.com/note.php?note_id=260821910643918
08
https://www.facebook.com/note.php?note_id=262156213843821
09
https://www.facebook.com/note.php?note_id=264934163566026
10
https://www.facebook.com/note.php?note_id=266015713457871
11
https://www.facebook.com/note.php?note_id=267805083278934
12
https://www.facebook.com/note.php?note_id=268945999831509
13
https://www.facebook.com/note.php?note_id=272393712820071
14
https://www.facebook.com/note.php?note_id=276381429087966 
15
https://www.facebook.com/note.php?note_id=277714535621322
16
https://www.facebook.com/note.php?note_id=278824172177025
17
https://www.facebook.com/note.php?note_id=280197818706327
18
https://www.facebook.com/note.php?note_id=284454384947337
19
https://www.facebook.com/note.php?note_id=288823581177084
20
https://www.facebook.com/note.php?note_id=301017216624387
21
https://www.facebook.com/note.php?note_id=303057896420319
22
https://www.facebook.com/note.php?note_id=340829992643109
23
https://www.facebook.com/note.php?note_id=342378902488218
24
https://www.facebook.com/note.php?note_id=345346242191484
25
https://www.facebook.com/note.php?note_id=346020272124081
26
https://www.facebook.com/note.php?note_id=346164008776374
27
https://www.facebook.com/note.php?note_id=346629322063176
28
https://www.facebook.com/note.php?note_id=347264651999643
29
https://www.facebook.com/note.php?note_id=347998318592943
30
https://www.facebook.com/note.php?note_id=348647071861401
31
https://www.facebook.com/note.php?note_id=349749901751118
32
https://www.facebook.com/note.php?note_id=350582238334551
33
https://www.facebook.com/note.php?note_id=352200321506076
34
https://www.facebook.com/note.php?note_id=357674824291959
35
https://www.facebook.com/note.php?note_id=358959674163474
36
https://www.facebook.com/note.php?note_id=360192927373482
37
http://www.facebook.com/note.php?note_id=364807096912065



mercoledì 23 maggio 2012

STORIA DELLA VITA DI GESU' -108- Al Getsemani: l’ultimo discorso e saluto di Gesù.


Dopo quella apparizione mattutina ed intima di Gesù alla Mamma, la Valtorta rivede ancora una volta Gesù con Maria, questa volta non più trasfigurato, mentre passeggia con Lei sulle balze del Getsemani.
Le parole che Egli – da Gesù-Dio - doveva dire alla Madre prima del distacco le aveva già dette, ma questo è invece un ulteriore momento di intimità…umana.
Si cominciano a sentire però le prime voci degli apostoli che giungono.
Gesù e la Madre si fermano, si abbracciano per l’ultima volta. Gesù-Uomo stringe a sé la Mamma che lo ha generato, lei gli si inginocchia ai piedi, lui le impone le mani sul capo e la benedice, si china, la rialza e tornano insieme verso una casa.
Là vi sono gli apostoli e li attende una tavola imbandita frugalmente.
Il pasto, che più che un pasto è uno spuntino, è presto finito.
La Valtorta vede e scrive: (Maria Valtorta: ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ – Vol. X, Cap. 638.7 – Liberamente consultabile al sito: http://scrittivaltorta.altervista.org)

…Gesù apre le mani al di sopra della tavola, col suo atto abituale davanti ad un fatto ineluttabile, e dice:
«Ecco. E’ venuta l'ora che Io debbo lasciarvi per tornare al Padre mio. Ascoltate le ultime parole del vostro Maestro.
Non allontanatevi da Gerusalemme in questi giorni.
Lazzaro, al quale ho parlato, ha provveduto una volta ancora a fare realtà i desideri del suo Maestro e cede a voi la casa dell'ultima Cena, perché abbiate una dimora nella quale raccogliere l'adunanza e raccogliervi in preghiera.
State là dentro in questi giorni e pregate assiduamente per prepararvi alla venuta dello Spirito Santo, che vi completerà per la vostra missione.
Ricordatevi che Io, che pure ero Dio, mi sono preparato con una severa penitenza al mio ministero di Evangelizzatore.
Sempre più facile e sempre più breve sarà la vostra preparazione. Ma non esigo altro da voi.
Mi basta solo che preghiate assiduamente, in unione coi settantadue e sotto la guida di mia Madre, che vi raccomando con premura di Figlio. Ella vi sarà Madre e Maestra di amore e sapienza perfetta.
Avrei potuto mandarvi altrove per prepararvi a ricevere lo Spirito Santo, ma voglio invece che qui rimaniate, perché è Gerusalemme negatrice che deve stupire per la continuazione dei prodigi divini, dati a risposta delle sue negazioni.
Dopo, lo Spirito Santo vi farà comprendere la necessità che la Chiesa sorga proprio in questa città che, giudicando umanamente, è la più indegna di averla.
Ma Gerusalemme è sempre Gerusalemme, anche se il peccato la colma e se qui si è compiuto il deicidio.
Nulla gioverà per essa. E’ condannata.
Ma, se condannata essa è, non tutti condannati sono i suoi cittadini.
State qui per i pochi giusti che essa ha nel suo seno, e state qui perché questa è la città regale e la città del Tempio e perché, come è predetto dai profeti, qui, dove è stato unto e acclamato e innalzato il Re Messia, qui deve avere inizio il suo regno sul mondo, e qui ancora, dove da Dio ha libello di ripudio la sinagoga per i suoi troppo orrendi delitti, deve sorgere il Tempio nuovo al quale accorreranno genti d'ogni nazione.
Leggete i profeti. In essi tutto è predetto. Mia Madre prima, poscia lo Spirito Paraclito, vi faranno comprendere le parole dei profeti per questo tempo.
Rimanete qui sino a quando Gerusalemme ripudierà voi come mi ha ripudiato e odierà la mia Chiesa come ha odiato Me, covando disegni per sterminarla.
Allora portatela altrove, la sede di questa mia Chiesa diletta, perché essa non deve perire.
Io ve lo dico: neppur l'inferno prevarrà su essa.
Ma, se Dio vi assicura la sua protezione, non tentate il Cielo esigendo tutto dal Cielo. Andate in Efraim, come vi andò il vostro Maestro perché non era l'ora di esser preso dai nemici. Vi dico Efraim per dirvi terra di idoli e pagani.
Ma non sarà Efraim di Palestina che dovete eleggere a sede della Chiesa mia.
Ricordatevi quante volte, a voi uniti o a un di voi singolarmente, ho parlato di questo, predicendovi che avreste dovuto calcare le vie della Terra per giungere al cuore di essa e là fissare la mia Chiesa.
E’ dal cuore dell'uomo che il sangue si propaga per tutte le membra. E’ dal cuore del mondo che il Cristianesimo si deve propagare a tutta la Terra. (Nota dell’autore: 'Cuore del mondo', cioè Roma, capitale dell’Impero romano.)
Per ora la mia Chiesa è simile a creatura già concepita ma che ancora si forma nella matrice.
Gerusalemme è la sua matrice, e nel suo interno il cuore ancor piccolo, intorno al quale si radunano le poche membra della Chiesa nascente, dà le sue piccole onde di sangue a queste membra.
Ma, giunta l'ora che Dio ha segnata, la matrice matrigna espellerà la creatura formatasi nel suo seno, ed essa andrà in una terra nuova, e là crescerà divenendo grande Corpo, esteso a tutta la Terra, e i battiti del forte cuore della Chiesa si propagheranno a tutto il gran Corpo.
I battiti del cuor della Chiesa, affrancatasi da ogni legame col Tempio, eterna e vittoriosa sulle rovine del Tempio perito e distrutto, vivente nel cuore del mondo, a dire ad ebrei e gentili che Dio solo trionfa e vuole ciò che vuole, e che né livore di uomini né schiere di idoli arrestano il suo volere.
Ma questo verrà poi, e in quel tempo voi saprete cosa fare. Lo Spirito di Dio vi condurrà.
Non temete. Per ora raccogliete in Gerusalemme la prima adunanza dei fedeli. Poi altre adunanze si formeranno più il numero di essi crescerà. In verità vi dico che i cittadini del mio Regno aumenteranno rapidamente come semi gettati in ottima terra.
Il mio popolo si propagherà per tutta la Terra.
Il Signore dice al Signore: "Siccome Tu hai fatto questo e per Me non ti sei risparmiato, Io ti benedirò e moltiplicherò la tua stirpe come le stelle del cielo e come le arene che sono sul lido del mare. La tua progenie possederà la porta dei suoi nemici e nella tua progenie saranno benedette tutte le nazioni della Terra".
Benedizione è il mio Nome, il mio Segno e la mia Legge, là dove sono conosciuti sovrani.
Sta per venire lo Spirito Santo, il Santificatore, e voi ne sarete ripieni. Fate d'esser puri come tutto quello che deve avvicinare il Signore.
Ero Signore Io pure come Esso. Ma avevo indossato sulla mia Divinità una veste per potere stare fra voi, e non solo per ammaestrarvi e redimervi con gli organi e il sangue di essa veste, ma anche per portare il Santo dei santi fra gli uomini, senza la sconvenienza che ogni uomo, anche impuro, potesse posare gli occhi su Colui che temono di mirare i Serafini.
Ma lo Spirito Santo verrà senza velo di carne e si poserà su voi e scenderà in voi coi suoi sette doni e vi consiglierà.
Ora, il consiglio di Dio è cosa così sublime che occorre prepararsi ad esso con una volontà eroica di una perfezione che vi faccia somiglianti al Padre vostro e al vostro Gesù, e al vostro Gesù nei suoi rapporti col Padre e con lo Spirito Santo. Quindi, carità perfetta e purezza perfetta, per poter comprendere l'Amore e riceverlo sul trono del cuore.
Perdetevi nel gorgo della contemplazione. Sforzatevi di dimenticare che siete uomini e sforzatevi a mutarvi in serafini. Lanciatevi nella fornace, nelle fiamme della contemplazione.
La contemplazione di Dio è simile a scintilla che scocca dall'urto della selce contro l'acciarino e suscita fuoco e luce. E’ purificazione il fuoco che consuma la materia opaca e sempre impura e la trasmuta in fiamma luminosa e pura.
Non avrete il Regno di Dio in voi se non avrete l'amore. Perché il Regno di Dio è l'amore, e appare con l'Amore, e per l'Amore si instaura nei vostri cuori in mezzo ai fulgori di una luce immensa che penetra e feconda, leva le ignoranze, dà le sapienze, divora l'uomo e crea il dio, il figlio di Dio, il mio fratello, il re del trono che Dio ha preparato per coloro che si dànno a Dioper avere Dio, Dio, Dio, Dio solo.
Siate dunque puri e santi per l'orazione ardente che santifica l'uomo, perché lo immerge nel fuoco di Dio che è la carità.
Voi dovete essere santi. Non nel senso relativo che questa parola aveva sinora, ma nel senso assoluto che Io ho dato alla stessa proponendovi la santità del Signore per esempio e limite, ossia la santità perfetta.
Fra noi è chiamato santo il Tempio, santo il luogo dove è l'altare, Santo dei santi il luogo velato dove è l'arca e il propiziatorio. Ma in verità vi dico che coloro che possiedono la Grazia e vivono in santità per amor del Signore sono più santi del Santo dei santi, perché Dio non si posa soltanto su essi, come sul propiziatorio che è nel Tempio per dare i suoi ordini, ma abita in essi per dare ad essi i suoi amori.
Ricordate le mie parole dell'ultima Cena?
Vi avevo promesso allora lo Spirito Santo. Ecco, Egli sta per venire a battezzarvi non già con l'acqua, come ha fatto con voi Giovanni preparandovi a Me, ma col fuoco per prepararvi a servire il Signore così come Egli vuole da voi.
Ecco, Egli sarà qui, di qui a non molti giorni. E dopo la sua venuta le vostre capacità aumenteranno senza misura, e voi sarete capaci di comprendere le parole del vostro Re e fare le opere che Egli vi ha detto di fare per estendere il suo Regno sulla Terra».
«Ricostruirai allora, dopo la venuta dello Spirito Santo, il Regno d'Israele?», gli chiedono interrompendolo.

«Non ci sarà più Regno d'Israele. Ma il mio Regno.
Ed esso sarà compiuto quando il Padre ha detto. Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti che il Padre si è riservato in suo potere. Ma voi, intanto, riceverete la virtù dello Spirito Santo che verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, in Giudea, e in Samaria, e sino ai confini della Terra, fondando le adunanze là dove siano uomini riuniti nel mio Nome; battezzando le genti nel Nome Ss. del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo, così come vi ho detto, perché abbiano la Grazia e vivano nel Signore; predicando il Vangelo a tutte le creature, insegnando ciò che vi ho insegnato, facendo ciò che vi ho comandato di fare.
Ed Io sarò con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo.
E questo voglio ancora. Che a presiedere l'adunanza di Gerusalemme sia Giacomo, fratello mio. Pietro, come capo di tutta la Chiesa, dovrà sovente intraprendere viaggi apostolici, perché tutti i neofiti desidereranno conoscere il Pontefice capo supremo della Chiesa. Ma grande sarà l'ascendente che sui fedeli di questa prima Chiesa avrà il fratello mio. Gli uomini sono sempre uomini e vedono da uomini. Parrà loro che Giacomo sia una continuazione di Me, solo perché mi è fratello. In verità Io dico che più grande, e somigliante al Cristo, egli è per sapienza che per parentela. Ma così è. Gli uomini, che non mi cercavano mentre ero fra loro, ora cercheranno Me in colui che mi è parente. Tu, poi, Simon Pietro, sei destinato ad altri onori ... ».
«Che non merito, Signore. Te lo dissi quando mi apparisti e ancor te lo dico alla presenza di tutti. Tu sei buono, divinamente buono, oltreché sapiente, e giustamente hai giudicato me, che ti ho rinnegato in questa città, non adatto ad esserne il capo spirituale. Tu mi vuoi risparmiare da tanti giusti scherni ... ».
«Tutti fummo uguali meno due, Simone. Io pure sono fuggito. Non per questo, ma per le ragioni che ha detto, il Signore ha destinato me a questo posto; ma tu sei il mio Capo, Simone di Giona, ed io tale ti riconosco, e alla presenza del Signore e di tutti i compagni ti professo ubbidienza.Ti darò ciò che posso per aiutarti nel tuo ministero, ma, te ne prego, dammi i tuoi ordini, perché tu sei il Capo ed io il suddito.
Quando il Signore mi ha ricordato un discorso lontano, io ho chinato il capo dicendo: "Sia fatto ciò che Tu vuoi". Così lo dirò a te dal momento che, avendoci lasciati il Signore, tu ne sarai il Rappresentante in Terra. E ci ameremo aiutandoci nel ministero sacerdotale», dice Giacomo inchinandosi dal suo posto per rendere omaggio a Pietro.
«Sì. Amatevi fra voi, aiutandovi scambievolmente, perché questo è il comandamento nuovo e il segno che voi siete veramente di Cristo.
Non turbatevi per nessuna ragione. Dio è in voi. Voi potete fare ciò che Io voglio da voi. Non vi imporrei delle cose che non potreste fare, perché non voglio la vostra rovina, ma anzi la vostra gloria.
Ecco. Io vado a preparare il vostro posto a fianco del mio trono.
State uniti a Me e al Padre nell'amore.
Perdonate al mondo che vi odia. Chiamate figli e fratelli quelli che vengono a voi, o già sono con voi per amor mio.
State nella quiete di sapermi sempre pronto ad aiutarvi a portare la vostra croce. Io sarò con voi nelle fatiche del vostro ministero e nell'ora delle persecuzioni, e non perirete, non soccomberete, anche se ciò sembrerà a quelli che vedono con gli occhi del mondo. Sarete gravati, addolorati, stanchi, torturati, ma il mio gaudio sarà in voi, perché Io vi aiuterò in ogni cosa.
In verità vi dico che, quando avrete ad Amico l'Amore, capirete che ogni cosa subita e vissuta per amor mio diviene leggera, anche se è tortura pesante del mondo. Perché a colui che riveste ogni sua azione, volontaria o impostagli, di amore, muta il giogo della vita e del mondo in giogo a lui dato da Dio, da Me.
Ed Io vi ripeto che il mio carico è sempre proporzionato alle vostre forze e il mio giogo è leggero perché Io vi aiuto a portarlo.
Voi lo sapete che il mondo non sa amare. Ma voi d'ora in poi amate il mondo di amor soprannaturale, per insegnargli ad amare.
E se vi diranno, vedendovi perseguitati: "Così vi ama Dio? Facendovi soffrire, dandovi dolore? Allora non merita conto esser di Dio", rispondete: "Il dolore non viene da Dio. Ma Dio lo permette, e noi ne sappiamo la ragione e ci gloriamo di avere la parte che ebbe Gesù Salvatore, Figlio di Dio".
Rispondete: "Noi ci gloriamo di esser confitti alla croce e di continuare la Passione del nostro Gesù".
Rispondete con le parole della Sapienza: "La morte e il dolore sono entrati nel mondo per invidia del demonio, ma Dio non è autore della morte e del dolore e non gode del dolore dei viventi. Tutte le cose di Lui sono vita e tutte sono salutari".
Rispondete: "Al presente noi sembriamo perseguitati e vinti, ma nel giorno di Dio, cambiate le sorti, noi giusti, perseguitati sulla Terra, staremo gloriosi davanti a coloro che ci vessarono e disprezzarono".
Però anche dite loro: “Venite a noi! Venite alla Vita e alla Pace. Il nostro Signore non vuole la vostra rovina, ma la salute vostra. Per questo ha dato il suo Figlio diletto, acciò voi tutti foste salvati”.
E rallegratevi di partecipare ai patimenti miei per poi essere con Me nella gloria. "Io sarò la vostra ricompensa oltremodo grande", promette in Abramo il Signore a tutti i suoi servi fedeli.
Voi sapete come si conquista il Regno dei Cieli: con la forza, e vi si giunge attraverso a molte tribolazioni. Ma colui che persevera come Io ho perseverato sarà dove Io sono.
Io ve l'ho detto quale è la via e la porta che conducono nel Regno dei Cieli, e Io per primo ho camminato per quella e sono tornato al Padre per quella. Se ve ne fosse un'altra ve l'avrei insegnata, perché ho pietà della vostra debolezza d'uomini. Ma non ve ne è un'altra...
Indicandovela come unica via e unica porta, anche vi dico, vi ripeto quale è la medicina che dà forza per percorrerla ed entrare. E’ l'amore.
Sempre l'amore.Tutto diviene possibile quando in noi è l'amore. E tutto l'amore vi darà l'Amore che vi ama, se voi chiederete in Nome mio tanto amore da divenire atleti nella santità.

Li benedice e dice: «Ed ora andiamo».
Escono dalla stanza, dalla casa…
Giona, Maria e Marco sono lì fuori, e si inginocchiano adorando Gesù.
«La pace resti con voi. E vi compensi il Signore di quanto mi avete dato», dice Gesù benedicendoli nel passare.
Marco si alza dicendo: «Signore, gli uliveti lungo la via di Betania sono pieni di discepoli che ti attendono».
«Va' a dire loro che si dirigano al campo dei Galilei».
Marco sfreccia via con tutta la velocità delle sue giovani gambe.
«Sono venuti tutti, allora», dicono gli apostoli fra loro.
Più là, seduta fra Marziam e Maria Cleofe, è la Madre del Signore. E si alza vedendolo venire, adorandolo con tutto il palpito del suo cuore di Madre e di fedele.
«Vieni, Madre, anche tu, Maria ... », invita Gesù vedendole ferme, inchiodate dalla sua maestà che sfolgora come nel mattino della Risurrezione.
Ma Gesù non vuole opprimere con questa sua maestà, e domanda, affabilmente, a Maria d'Alfeo: «Sei tu sola?».
«Le altre... le altre sono avanti... Coi pastori e... con Lazzaro e tutta la sua famiglia... Ma ci hanno lasciate qui noi, perché... Oh! Gesù! Gesù! Gesù!... Come farò a non vederti più, Gesù benedetto, Dio mio, io che ti ho amato prima ancor che fossi nato, io che ho tanto pianto per Te quando non sapevo dove eri dopo la strage... io che ho avuto il mio sole nel tuo sorriso da quando sei tornato, e tutto, tutto il mio bene?... Quanto bene! Quanto bene mi hai dato! ... Ora si che divento veramente povera, vedova, sola! ... Finché c'eri Tu, c'era tutto! ... Credevo di aver conosciuto tutto il dolore quella sera... Ma il dolore stesso, tutto quel dolore di quel giorno mi aveva inebetita e... sì, era meno forte di ora... E poi... c'era che risorgevi. Mi pareva di non crederlo, ma mi accorgo adesso che lo credevo, perché non sentivo questo che sento ora ... », piange e ansima, tanto il pianto la soffoca.
«Maria buona, ti affliggi proprio come un bambino che crede che la madre non lo ami e l'abbia abbandonato, perché è andata in città a comperargli doni che lo faranno felice, e che presto sarà a lui di ritorno per coprirlo di carezze e di regali. E non faccio così Io con te? Non vado per prepararti la gioia? Non vado per tornare a dirti: "Vieni, parente e discepola diletta, madre dei miei diletti discepoli"? Non ti lascio il mio amore? Te lo dono il mio amore, Maria! Tu lo sai se tiamo!
Non piangere così, ma giubila, perché non mi vedrai più vilipeso e affaticato, non più inseguito e ricco solo dell'amore di pochi.
E col mio amore ti lascio mia Madre. Giovanni le sarà figlio, ma tu siile buona sorella come sempre. Vedi? Ella non piange, la Madre mia. Ella sa che, se la nostalgia di Me sarà la lima che consumerà il suo cuore, l'attesa sarà sempre breve rispetto alla grande gioia di una eternità di unione, e sa anche che non sarà questa separazione nostra così assoluta da farle dire: "Non ho più Figlio". Quello era il grido di dolore del giorno del dolore.
Ora nel suo cuore canta la speranza: "Io so che mio Figlio sale al Padre, ma non mi lascerà senza i suoi spirituali amori".
Così credi tu, e tutti... Ecco gli altri e le altre. Ecco i miei pastori».
I volti di Lazzaro e delle sorelle fra mezzo a tutti i servi di Betania, il volto di Giovanna simile a rosa sotto un velo di pioggia, e quello di Elisa e di Niche, già segnati dall'età - e ora le rughe si approfondiscono per la pena, sempre pena per la creatura anche se l'anima giubila per il trionfo del Signore - e quello di Anastasica, e i volti liliali delle prime vergini, e l'ascetico volto di Isacco, e quello ispirato di Mattia, e il volto virile di Mannaen, e quelli austeri di Giuseppe e Nicodemo... Volti, volti, volti...
Gesù chiama a Sé i pastori, Lazzaro, Giuseppe, Nicodemo, Mannaen, Massimino e gli altri dei settantadue discepoli. Ma tiene vicino specialmente i pastori dicendo loro: «Qui. Voi vicini al Signore che era venuto dal Cielo, curvi sul suo annichilimento, voi vicini al Signore che al Cielo ritorna, con gli spiriti gioenti della sua glorificazione. Avete meritato questo posto, perché avete saputo credere contro ogni circostanza in sfavore e avete saputo soffrire per la vostra fede. Io vi ringrazio del vostro amore fedele. Tutti vi ringrazio.
Tu, Lazzaro amico. Tu Giuseppe e tu Nicodemo, pietosi al Cristo quando esserlo poteva essere grande pericolo. Tu Mannaen, che hai saputo disprezzare i sozzi favori di un immondo per camminare nella mia via.
Tu, Stefano, fiorita corona di giustizia, che hai lasciato l'imperfetto per il perfetto e sarai coronato di un serto che ancor non conosci ma che ti annunceranno gli angeli.
Tu Giovanni, per breve tempo fratello al seno purissimo e venuto alla Luce più che alla vista.
Tu Nicolai, che proselite hai saputo consolarmi del dolore dei figli di questa nazione. E voi discepole buone è forti, nella vostra dolcezza, più di Giuditta. E tu Marziam, mio fanciullo, e d'ora in poi prendi il nome di Marziale, a ricordo del fanciullo romano ucciso per via e deposto al cancello di Lazzaro col cartiglio di sfida: "E ora di' al Galileo che ti resusciti, se è il Cristo e se è risorto", ultimo degli innocenti che in Palestina persero la vita per servire Me anche incoscientemente, e primo degli innocenti di ogni nazione che, venuti al Cristo, saranno per questo odiati e spenti anzitempo, come bocci di fiori strappati allo stelo prima che s'aprano in fiore. E questo nome, o Marziale, ti indichi il tuo destino futuro: sii apostolo in barbare terre e conquistale al tuo Signore come il mio amore conquistò il fanciullo romano al Cielo.
Tutti, tutti benedetti da Me in questo addio, invocandovi dal Padre la ricompensa di coloro che hanno consolato il doloroso cammino del Figlio dell'uomo.
Benedetta l'Umanità nella sua porzione eletta che è nei giudei come nei gentili, e che si è manifestata nell'amore che ebbe per Me.
Benedetta la Terra con le sue erbe e i suoi fiori, i suoi frutti che mi hanno dato diletto e ristoro tante volte.
Benedetta la Terra con le sue acque e i suoi tepori, per gli uccelli e gli animali che molte volte superarono l'uomo nel dare conforto al Figlio dell'uomo.
Benedetto tu, sole, e tu mare, e voi monti, colline, pianure.
Benedette voi, stelle che mi siete state compagne nella notturna preghiera e nel dolore.
E tu, luna, che mi hai fatto lume all'andare nel mio pellegrinaggio di Evangelizzatore.
Tutte, tutte benedette, voi, creature, opere del Padre mio, mie compagne in quest'ora mortale, amiche a Colui che aveva lasciato il Cielo per togliere alla tribolata Umanità i triboli della Colpa che separa da Dio.
E benedetti anche voi, strumenti innocenti della mia tortura: spine, metalli, legno, canape ritorte, perché mi avete aiutato a compiere la Volontà del Padre mio! ».
Che voce tonante ha Gesù!
Si spande nell'aria tepida e cheta come voce di un bronzo percosso, si propaga in onde sul mare di volti che lo guardano da ogni direzione.
Io dico che sono delle centinaia di persone quelle che circondano Gesù che ascende, coi più diletti, verso la cima dell'Uliveto. Ma Gesù, giunto vicino al campo dei Galilei, vuoto di tende in questo periodo fra l'una e l'altra festa, ordina ai discepoli: «Fate fermare la gente dove è, e poi seguitemi».
Sale ancora, sino alla cima più alta del monte, quella che è già più prossima a Betania, che domina dall'alto, che non a Gerusalemme.
Stretti a Lui la Madre, gli apostoli, Lazzaro, i pastori e Marziam. Più in là, a semicerchio a tenere indietro la folla dei fedeli, gli altri discepoli.
Gesù è in piedi su una larga pietra un poco sporgente, biancheggiante fra l'erba verde di una radura.
Il sole lo investe facendo biancheggiare come neve la sua veste e rilucere come oro i suoi capelli.
Gli occhi sfavillano di una luce divina.
Apre le braccia in un gesto di abbraccio. Pare voglia stringersi al seno tutte le moltitudini della Terra che il suo spirito vede rappresentate in quella turba.
La sua indimenticabile, inimitabile voce dà l'ultimo comando: «Andate! Andate in mio Nome ad evangelizzare le genti sino agli estremi confini della Terra.
Dio sia con voi. Il suo amore vi conforti, la sua luce vi guidi, la sua pace dimori in voi sino alla vita eterna».
Si trasfigura in bellezza.
Bello! Bello come e più che sul Tabor. Cadono tutti in ginocchio adorando.
Egli, mentre già si solleva dalla pietra su cui posa, cerca ancora una volta il volto di sua Madre, e il suo sorriso raggiunge una potenza che nessuno potrà mai rendere...
E’ il suo ultimo addio alla Madre.
Sale, sale...
Il sole, ancor più libero di baciarlo, ora che nessuna fronda anche lieve intercetta il cammino ai suoi raggi, colpisce dei suoi fulgori il Dio-Uomo che ascende col suo Corpo Ss. al Cielo, e ne svela le Piaghe gloriose che splendono come rubini vivi. Il resto è un perlaceo ridere di luce.
E’ veramente la Luce che si manifesta per ciò che è, in quest'ultimo istante come nella notte natalizia.
Sfavilla il Creato della luce del Cristo che ascende.
Luce che supera quella del sole. Luce sovrumana e beatissima. Luce che scende dal Cielo incontro alla Luce che sale...
E Gesù Cristo, il Verbo di Dio, dispare alla vista degli uomini in questo oceano di splendori...
In terra due unici rumori nel silenzio profondo della folla estatica: il grido di Maria quando Egli scompare: «Gesù! », e il pianto di Isacco.
Gli altri sono ammutoliti di religioso stupore, e restano là, come in attesa, finché due luci angeliche candidissime, in forma mortale, appaiono dicendo le parole riportate nel capo primo degli Atti Apostolici.

(Tratto da "Breve storia della vita di Gesù" di Guido Landolina)

Link relativo ai capitoli fino al numero 100.
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Capitolo 101
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Capitolo 102
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Capitolo 103
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Capitolo 104
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Capitolo 105
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Capitolo 106
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Capitolo 107
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